colourpoint: come tutti i gatti a motivo siamese presenta nel suo genotipo il gene cs ha le punte con una pigmentazione più scura rispetto alla
pelliccia (orecchie, muso, zampe e coda)
mitted o guantato: in cui oltre ad avere nel suo genotipo il gene cs è presente il gene sm, un mutante recessivo white spotting (responsabile della pezzatura bianca) che si manifesta in
forma molto limitata, infatti, il bianco, è confinato solo alle estremità degli arti ed al mento. Sulle zampe anteriori i “guanti” saranno pari e simmetrici sulle posteriori il bianco deve
arrivare fino ai talloni.
Bicolori: presenta nel suo genotipo il gene siamese e quello della pezzatura bianca. Il bianco almeno un terzo, sarà presente sull’addome e sugli
arti. Caratterizza la varietà una tendina bianca a forma di V rovesciata simmetrica sul muso.
Colori: seal, blu , chocolate, liliac, red, cream. I colori classici sono il seal ed il blue gli altri sono di più recente introduzione e rappresentano delle diluizioni dei colori
originari. Il colore red nelle femmine dà origine alla colorazione tortie.
Tortie e linx (tabby): rappresentano due varianti ulteriori ai tipi presentati. Nei linx (anche detti tabby) la sfumatura scura non è compatta ma si presenta come una “striatura” nel
rispetto comunque del gene es e delle varie pezzature. I tortie (che sono solo femmine) derivano dalla particolarità del gene red; lo stesso infatti non essendo ne dominante ne recessivo può
portare ad una doppia colorazione del gatto che presenta nelle zone scure il cosiddetto effetto tartarugato.
Solid: argomento spinoso. I ragdoll sono stati intenzionalmente brevettati a tutela delle loro caratteristiche uniche, sia nella morfologia che
principalmente nel carattere. Il ragdoll, nelle sue varietà, ha sempre la colorazione sfumata colorpoint. Tuttavia ultimamente, specie in America, alcuni allevatori hanno iniziato a selezionare
dei ragdoll non colorpoint ossia a colorazione compatta , solid appunto. Attualmente i “solid” non sono accettati da nessuna federazione, non possono essere portati alle mostre ne avere il
pedigree. Tuttavia alcuni allevatori poco seri stanno diffondendo questi gatti. Premesso che un tale atteggiamento rischia di vanificare 30 anni di serio lavoro degli operatori (per ottenere le
colorazioni solid sono sicuramente stati fatti incroci con gatti di razze diverse) resta la domanda se questi gatti possano veramente definirsi ragdoll. Questi gatti per quanto belli non
rispettano nessuno standard, ci sono praticamente in tutte le varietà e colori e la loro morfologia è ben diversa dal ragdoll “ufficiale”, inoltre cosa ben più grave il loro carattere è
assolutamente distante dai veri ragdoll. Vale la pena rinunciare alla principale e migliore caratteristica di questa razza per rincorrere l’ultimo colore di moda? Morale della favola il
ragdoll-solid non esiste; esistono dei gatti spacciati per ragdoll ma che della razza originaria hanno perso tutto in favore della colorazione compatta. Diffidate quindi di chi ve li
propone.